Oggetto: “Su e giù per i sassi del Trentino. Ci sono limiti e confini, soprattutto quelli che ci facciamo noi”, di Gianni Storari

 

            Il libro Su e giù per i sassi del Trentino, presentato in data 9 maggio 2009 dalla giornalista de “L’Arena” Vera Meneguzzo,  in occasione del 6° Truck Festival – Datacol di Lobia di San Bonifacio (VR), è il racconto di tante memorie tramandate a voce, la ricerca sui lavori di un tempo, in particolare quelli legati al trasporto, una riflessione sulla spinta che porta l’uomo a superare i confini entro i quali è nato e a cercare di andare oltre.

           

Già negli anni passati, nella medesima occasione, avevamo pubblicato prima “Quando Vicenza era distante mezza giornata” (2006),  poi “Oltre i limiti, da un confine all’altro” (2007) e infine “Su quelle ruote correva lo sviluppo” (2008), che trattano grosso modo lo stesso tema, i trasporti tra l’est Veronese e l’ovest Vicentino con carri e cavalli, i primi camion, la guerra d’Africa, la ripresa faticosa dopo il ’45 ecc.; quei libri hanno avuto favorevole accoglimento da parte della stampa locale (“L’Arena” di Verona, “Il Gazzettino” di Vicenza, “San Bonifacio notizie”, “La voce dei Berici” di Vicenza) e nazionale (“Tuttotrasporti”, “Vado e Torno”, “Professione Camionista”) e sono andati a ruba tanto che oramai ne conserviamo gelosamente solo qualche copia.

           

Lo scopo del nostro lavoro è quello di recuperare la memoria dei tempi passati per evitare che il ricco patrimonio di vita e di esperienza che ci sta alle spalle vada perduto; conseguentemente di tracciare il profilo del trasportatore come si è venuto consolidando nel tempo, la sua vita, il suo lavoro, la sua condizione, i benefici che arreca alla società.

           

Il libro di quest’anno porta avanti la ricerca allargando il campo di indagine nello spazio e nel tempo, come avrà modo di vedere: seguendo le ruote dei mezzi meccanici ci siamo spinti oltre il Trentino, dove avevano combattuto i nostri vecchi, giù verso l’Africa (la Libia, l’Etiopia, l’Eritrea, la Somalia, inseguendo le avventure di una famiglia sambonifacese di chauffeurs e i sogni di potenza del nostro paese, troppo presto svaniti); poi in terra Santa con i primi pellegrini che giungono a Betlemme, via terra, nel ’60, e oltreoceano, in Venezuela, quando quella terra conobbe il primo, rapido e improvviso momento di sviluppo; infine siamo tornati in Italia, con un trasportatore della Valnerina e Adelmo, un giovane pescatore, passato dalle rotte di mare a quelle di terra.  

 

           

Il prossimo anno pensiamo di proseguire nel racconto di queste vicende, dando spazio a tante storie individuali che messe insieme costituiscono il tessuto generale e vero della storia dello sviluppo del nostro paese: chi desidera collaborare ci mandi racconti, memorie, foto, documenti e tutte le informazioni possibili; daremo ascolto e spazio a tutti.

 

 

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